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Depressione: cosa c’é oltre i farmaci

Si legge che le aziende farmaceutiche, dopo l’ondata di entusiasmo suscitata dall’arrivo del Prozac, alla fine degli anni 80 (il più celebre fra gli inibitori della ricaptazione della serotonina) hanno iniziato a disinvestire nella ricerca degli antidepressivi (Panorama 1 Ottobre 2014).
Sempre lo stesso articolo riporta “Sembra che stiano verificando che gli antidepressivi nella maggioranza dei casi non siano risolutivi, a volte funzionano ma non si sa per chi, per quanto tempo, né perché, e per molti non hanno alcuna efficacia. Ricercatori e industrie stanno studiando la biologia e la genetica della depressione, che è una malattia complessa e multifattoriale  e il gene della depressione non c’è. Studiare neuroni fatti crescere in laboratorio é certo una buona idea, ma comprendere come circuiti e connessioni interagiscono in un vero cervello e in un vero malato é tutt’altra storia. Stanno anche tentando altre strade: esperimenti con cellule staminali neuronali, tecniche ottiche e genetiche e trattamenti che agiscono direttamente sul cervello, come la stimolazione magnetica transcranica (SMT) che consiste nell’applicazione di deboli campi magnetici su aree cerebrali specifiche.”
Le tecniche bioenergetiche si basano sul principio di trasmissione di onde elettromagnetiche a bassa frequenza, trasmesse dal terapeuta al cliente, che vanno ad agire sul suo campo elettromagnetico ripristinando l’omeostasi, cioè l’equilibrio funzionale e vitale dell’organismo. Il trattamento bioenergetico non è invasivo e non ha effetti collaterali.
La nostra energia é costituita dall’alimentazione, dalla respirazione e dalla nostra attività psichica. É vero quindi che la nostra mente e i nostri pensieri vanno ad influenzare la nostra energia così come è vero il processo inverso: la nostra energia influenza la nostra mente. Dando per scontato l’importanza di alimentarsi in modo sano e respirare bene, come possiamo agire sulla depressione? Ripristinare l’equilibrio energetico ottimale é sicuramente il primo passo, il secondo, saper gestire i nostri pensieri.
Per questo motivo nasce il percorso BCC, ideato da Paola Dondoli, che unisce Tecniche Bioenergetiche con Tecniche Mentali ed Emozionali per la gestione degli stati d’animo, delle paure e repulsione al cambiamento.
Qualsiasi ulteriore riflessione e  conclusione a voi lettori!

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