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Chiamami Amore

Cos’è l’Amore? Inizio con una delle mie personali conclusioni su questo argomento:

“l’Amore è dare prima a sé stessi ciò che si pensa di non essere e, dopo, dare all’Altro ciò che si pensa di non avere”.

Come dici? Troppo contorto come pensiero?

Prenditi un po’ di tempo per comprendere a partire da alcune delle mie riflessioni maturate con il tempo, l’esperienza e tante letture. L’amore è stato descritto come il sentimento più grande e più dolce, come il mistero che dà alla vita il suo significato più ricco ma, ahimè, è anche la fonte della nostra sofferenza più intensa quando l’amore che proviamo è rifiutato o perduto. Ho visto uomini e donne che rimangono afflitti, annullati nel loro proprio sé quando perdono l’oggetto del proprio amore anche se talvolta sono loro stessi a riconoscere razionalmente che era diventato solo un fardello, un legame di dipendenza o di sofferenza. Ciononostante la rottura del legame viene vissuta come una minaccia contro la vita dato che l’amore è anche apertura ed espansione del sé fino ad includere il mondo: la perdita dell’amore sfocia in una contrazione e in una chiusura che sono dolorose tanto quanto l’amore era felicità. Sfortunatamente, questa condizione spesso dura molto più a lungo della gioia d’amore, perché l’individuo ha paura di aprirsi e disporsi di nuovo alla ricerca dell’amore. Nel cuore rimane un desiderio d’amore ma non può essere soddisfatto fino a quando persiste la paura della perdita o del rifiuto.

Perché questo? Ritorno alla mia prima citazione: “L’Amore è dare prima a sé stessi ciò che pensi di non essere”.

Tu non sei solo quello l’amore che non hai ricevuto, non sei l’incompletezza che avverti come una ferita ogni giorno. Per capire dove nasce questa sensazione dobbiamo risalire alla relazione tra madre e figlio che simbolizza il legame amoroso per eccellenza: quando questa relazione per il piccolo è sicura, appagante per il suo essere, l’adulto sarà capace di stabilire un analogo legame vitale con l’Altro. Nessun bambino può conservare indefinitamente il legame amoroso con la propria madre, se succedesse sarebbe un rapporto insano. Il suo destino è separarsi, avventurarsi nel mondo, cercare una compagna o compagno con cui stabilire un nuovo rapporto amoroso che si realizzerà nel rapporto sessuale. Il problema è: quanti di noi possono dire che da piccoli hanno avuto quel tipo di rapporto così appagante ed equilibrato con i propri genitori? Ecco che da grandi ci ritroveremo a vivere nella mancanza o nell’oppressione a secondo del tipo di legame che abbiamo avuto da piccoli: trascurati oppure oppressi e sottomessi. Non pensate che questo dipenda da eventi catastrofici, si tratta solo di atteggiamenti di cui facciamo esperienza soprattutto da parte della madre: quella che ti sbatacchia da una parte all’altra e raramente ti abbraccia e quella invece che fa e sa tutto lei! Trovi qualcosa di familiare in questo? Dovremmo trovare il coraggio di donarci l’amore che ci è mancato e abbandonare invece le mancanze e oppressioni subite da piccoli. Solo dopo questo processo saremo in grado di amare. Amare davvero, amare l’Altro e non mettere in atto il nostro dualismo che si concretizza in Amore/Egoismo. È l’Ego che ci impedisce di abbandonarci all’amore e di dare spazio al cuore, radice di tutte le sofferenze umane.

E chi di noi vuole tornare a soffrire? L’individuo ferito nei suoi primi rapporti con i genitori ha eretto una serie di difese contro la possibilità di ricevere altro dolore, che nel suo vissuto è una minaccia contro la stessa vita. Avendo vissuto queste difese fin dall’infanzia, esse sono diventate parte della sua personalità e si sono strutturate nella dinamica energetica del suo corpo e come un antico cavaliere, si è corazzato, affinché la freccia dell’amore, e il rischio di sofferenza che porta con sé, non possa più trafiggere il suo cuore. Una corazza che, difesa dopo difesa, diventa impenetrabile come un castello. Il re è protetto e sicuro al suo interno ma è tagliato fuori dal mondo della natura e dei sentimenti naturali. Non ha fiducia nell’amore dei suoi sudditi, perché un’esperienza negativa gli ha insegnato che il tradimento è un pericolo costante! Come ogni essere umano, ha bisogno d’amore ma crede di avere un bisogno uguale, o perfino più grande, di potere. Arrenditi all’Amore! Se apri il cuore riuscirai a dare all’Altro ciò che pensi di non avere. Perché tu pensi di non avere amore da dare, vero? La tua matrice originaria è pienezza, generosità, Amore: sei pieno di amore da dare all’altro. Scavalca l’Ego che ti obbliga a restare in una posizione di aridità. Sei fermo da così tanto tempo che hai finito col pensare che sia questa la verità. Respira. Accetta. Lasciati invadere dalla pace e vai incontro all’amore che ti spetta. Guarda l’Altro negli occhi ed esprimi la tua missione: chiamami Amore.

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