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Abbiamo davvero imparato la lezione della pandemia?

E’ impossibile non sentire il mondo che sta urlando a gran voce il bisogno di cambiamento che, negli ultimi anni, è andato aumentando a causa di un sistema economico ingiusto, perverso e obsoleto, i cui effetti sono guerra e terrore, fame e ineguaglianza sociale, collasso climatico del pianeta ed esaurimento delle risorse. L’uomo sta combattendo contro sé stesso, mentre coloro che detengono il potere guardano impassibili l’evidenza distruttiva sotto i loro occhi. L’ultimo evento che ha coinvolto recentemente il mondo rappresenta senza dubbio un cambio epocale che segna un prima e un dopo: il Covid 19 è un evento senza precedenti che ha investito l’umanità in modo globale. Le reazioni più diffuse, disorientamento e sconcerto, stanno sedimentando negli animi come senso di irresponsabilità, distacco, incapacità di sentirsi artefici del proprio destino.

Adesso ci rendiamo davvero conto della fragilità umana: non esistono differenze di razze, di culture o di nazionalità, tutti siamo suscettibili di essere attaccati dall’invisibile che sembra sia arrivato per cambiare l’andamento della storia e scalfire quella fiducia nel progresso votato alla ricchezza crescente, che dal dopoguerra a oggi è rimasta una fede incrollabile.

Quello a cui stiamo assistendo è una convulsione planetaria, lo spasmo di un’umanità malata che ha portato inesorabilmente a un punto d’inerzia generalizzato, una sospensione che metta alla prova la nostra resistenza vitale. Ciò che appare con chiarezza è l’irreversibilità delle conseguenze di questa crisi: l’uragano Covid ha scosso il mondo e appare difficile pensare a un ritorno alla normalità dello status quo ante. Anche questa drammatica occasione può e deve essere letta come un’opportunità per il cambiamento verso stili di vita più saggi e per l’elaborazione di una diversa scala di valori che veda in alto la tutela della salute, l’ambiente e la cultura.

Riusciremo in questa rivoluzione o cercheremo di ricostruire l’ordine preesistente lasciando che l’ostilità e il rancore verso il prossimo rubino le nostre energie e occupino sempre più spazio nelle nostre vite? La crescita di diseguaglianze ed emarginazione sociale parla chiaro. Si tratta, più in generale, di quel processo di atomizzazione della società, di lacerazione di un tessuto di corpi intermedi, di comunità e di relazioni umane che ha investito la nostra parte del mondo per accentuarne la tendenza al declino già in atto. Quella in cui abitiamo è una società più fragile e precaria, meno ricca di protezione, di anticorpi e della robustezza che deriva dalla presenza di radici culturali e civili.

È fondamentale che l’Uomo impari a conoscersi in profondità e prenda consapevolezza dei suoi punti di forza e dei suoi limiti di fronte all’Universo, perché l’unica vera certezza che si respira è la necessità di un cambio di paradigma e l’urgenza di educarsi alla complessità.

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