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Come si fa a ricominciare?

Il 2020 è giunto al suo termine e sento molte definizioni su questo anno, definizioni che potete facilmente immaginare e che non sto a ripetervi: siamo stati catapultati in una dimensione diversa e in lockdown abbiamo avuto tutto il tempo per riflettere su di noi, sulla nostra vita, il nostro ambiente e il mondo che ci circonda.
A quale conclusione siete arrivati? Quali domande vi siete fatti? Non so voi, a me sembra che il tempo delle riflessioni stia per scadere e quella speranza di tornare al prima si stia deteriorando. Infatti, il Covid forse è arrivato proprio per imporci un cambio di paradigma e soprattutto per farci prendere coscienza di quanto siamo “ammaestrati”. La stragrande maggioranza viveva 5 giorni a settimana per realizzare gli scopi non propri ma dell’apparato sociale di appartenenza e al sabato e la domenica saliva in auto per andare a fare il week end, per distrarsi: distrarsi da cosa e da chi? Da sé stessi. Si potrebbe obiettare che tutto questo è “normale” ma come dice Jacques Lacan:

“Un soggetto normale è essenzialmente uno che si mette nella posizione di non prendere sul serio la maggior parte del proprio discorso interiore“ — Jacques Lacan

Infatti, la peggior cosa che ci poteva capitare era proprio toglierci il la libertà di movimento costringendoci ad una maggiore concentrazione su noi stessi, fatto per cui molte persone sono scivolate in depressione o in forme psicopatologiche più o meno gravi. Ovvio che la vita sociale, incontrarci e abbracciarci ci manca ma la stragrande maggioranza continua a pensare di tornare al passato trascurando completamente il fatto che questo difficilmente sarà possibile e qualora anche lo diventasse, non sarà più come prima solo perché saremo nel futuro. Allora come si fa a ricominciare?
La risposta non è di facile soluzione e lungi da me pretendere di avere la pura verità ma ciò che credo necessario è “svegliarsi”: svegliarci da quella illusione che ci hanno fatto credere che fosse il vero benessere abbagliandoci con il trionfo di potere, fama, successo e ricchezza. Svegliarsi vuol dire trovare la volontà e la forza di essere migliori che si basa su una duplice convinzione:

  1. Che incombe su di noi l’urgenza di essere diversi, di cambiare, di essere migliori nel senso di iniziare davvero a esistere;
  2. Che l’essere umano è un essere capace di migliorare. A parole non tutti saranno d’accordo con me, nei fatti però sono sicuro che ogni persona avverta dentro di sé un senso diffuso di insicurezza, mancanza, disagio, preoccupazione, la cui definizione più appropriata è paura. Paura di cosa? Paura del futuro.

Il futuro ha sempre fatto paura all’Umanità e adesso ci fa ancora più paura per l’impressione generale che nessuno sia in grado di esercitare un controllo, così come siamo abituati, sulla situazione attuale. Allora di cosa abbiamo paura? Di noi stessi o meglio di alcuni tra noi che detengono il potere. In questo senso dobbiamo risvegliare la nostra intelligenza, quella calda, quella di quel calore che chiamiamo calore umano e di cui ognuno di noi vuole essere circondato, solo così possiamo controbattere l’attacco, purtroppo, in tanti sono troppo arrabbiati o impauriti per svegliarsi e incominciare a conoscere sé stessi. Tu a quale categoria appartieni, se non ti accontenti e sei pronto a svegliarti, scrivimi o contattami.
Questo è solo il primo capitolo di un lungo discorso che mi farebbe piacere condividere con voi, seguitemi e insieme ne parleremo ancora….

“Raccomandate ai vostri figli di essere virtuosi; perché soltanto la virtù può rendere felici, non certo il denaro. Parlo per esperienza” — Ludwig van Beethoven, Lettera del 6 ottobre 1802

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