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Le credenze e gli effetti che hanno sulla nostra vita

 

Che cosa sono le credenze e quali effetti hanno sulle nostre vite

Fino ad oggi abbiamo parlato di esercizio corporeo bioenergetico come di un lavoro psico-corporeo che utilizza il movimento per sciogliere i blocchi energetici che si sono strutturati sotto forma di tensioni muscolari croniche.Tali blocchi corrispondono ad altrettanti meccanismi di difesa che non permettono l’affiorare di emozioni “pericolose”, da tenere appunto sotto controllo, limitando in questo modo la conoscenza di se stessi e la propria libertà d’azione. È un limite questo al proprio senso di identità, poiché noi tutti siamo un unicum con il nostro corpo, le nostre emozioni, i nostri pensieri e, se creiamo scissioni, queste sono vissute spesso come senso di estraneità a noi stessi, dei veri e propri “buchi d’identità”.

Attraverso gli esercizi bioenergetici possiamo contattare le tensioni muscolari croniche presenti nel nostro corpo, renderci consapevoli delle emozioni trattenute e liberarle, recuperando così quelle parti di noi che ci permettono di avere un senso più pieno della nostra Identità personale.” Quindi, il lavoro di esercizio corporeo bioenergetico è un lavoro sui blocchi energetici e le emozioni pericolose, cioè negative, che procurano rabbia, risentimento, frustrazione e odio.Tutti sappiamo che questo tipo di emozioni sono la causa di molti disturbi d’ansia, fobie, attacchi di panico per non arrivare poi a sfociare in disturbi psicopatologici più gravi. Lavorare sugli stati emotivi è quindi il primo passo per la guarigione.

Forse non ci avete mai pensato. Forse non vi siete mai posti la domanda. O forse sì. Che siate terapeuti, medici, o siate stati pazienti, vi siete mai interrogati su cosa significhino realmente il termine salute, cura o guarigione? È giunto il momento di farlo. Provate a riflettere per qualche istante su cosa pensate veramente della malattia, cosa credete davvero riguardo alla guarigione. Vi faccio qualche esempio… ritenete che la malattia prima o poi debba colpirvi? Che sia normale avere sempre qualche disturbo, come quelli che chiamate “da stress”? Ansia, mal di testa, gastriti di vario genere e intensità? Sovrappeso? Oppure pensate che sia inevitabile avere problemi relazionali? O una vita sessuale insoddisfacente? Pensate che la vita debba per forza essere molto faticosa? Ritenete che molto probabilmente sia tutto frutto della genetica? Credete alla possibilità che qualcuno sia guarito davvero, ma chissà come ha fatto e di certo non siete voi? Vi spaventa il dolore?

Tutte queste si chiamano opinioni, credenze, convinzioni. Le prime più elastiche, conscie, le potete cambiare di fronte all’evidenza dei fatti. Le seconde subconscie, agiscono in voi automaticamente e sono frutto delle generalizzazioni che avete tratto dall’esperienza. Le ultime, subconscie o anche inconscie, sono la legge interna che sancisce la vostra visione più profonda del mondo e vi potreste persino arrabbiare se qualcuno provasse a metterle in dubbio. Nelle credenze e nelle convinzioni, più che nelle Tavole dei Dieci Comandamenti, sta scritto il vostro destino.

Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri. I tuoi pensieri diventano le tue parole. Le tue parole diventano le tue azioni. Le tue azioni diventano le tue abitudini. Le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi valori diventano il tuo destino.

Gandhi

Questo è il primo punto cruciale: in più di dieci anni di fitto lavoro di  terapeuta, anni di studio, di ricerca, di esperienza pratica e trattamenti, ho imparato che la forza di guarigione più grande è nascosta proprio lì, nel persona stessa, e che la maieutica socratica, ovvero l’arte di far emergere la verità dalla persona, come la levatrice fa uscire il bambino dal ventre della partoriente, serve al medico più di qualsiasi altra. Il sistema delle convinzioni che una persona porta con sé è la prima di molte porte da aprire e attraversare. Nella mia seduta con il mio cliente metto dunque in atto il mio metodo personale che ho messo a punto in questi anni, un metodo di salute globale, che interessi cioè i sistemi in gioco nel mantenimento di quell’equilibrio dinamico che chiamiamo salute, e possa svelare i blocchi subconsci e inconsci, blocchi che, se non riconosciuti e rimossi, non permettono neppure al miglior medico o terapeuta di curare, né tantomeno di guarire nessuno.

 

Il mio metodo comprende oltre all’esercizio corporeo che vi ho descritto, molte altre tecniche bioenergetiche,  come la Reconnective, Omega Healing, Matrix 2 points, Access Bars, EFT, e tante altre, che sono in grado di portare beneficio sia per quanto riguarda un dolore fisico, come mal di schiena, mal di stomaco o mal di testa, sia a livello emotivo che mentale. Quando invece mi trovo di fronte a casi di ansia, fobie, attacchi di panico, paure che possono essere di vario genere, dalla paura di volare  a quella di guidare o stare in posti affollati, allora il mio metodo consiste nel  combinare le tecniche bioenergetiche, in modo personalizzato, secondo le necessità della persona che ho di fronte,  alle tecniche di counseling o di altro tipo.

Forse vi state chiedendo in cosa consiste il counseling e la descrizione ufficiale è quella di una relazione d’aiuto che va a lavorare su un disagio della persona. Il tipo di counseling che io applico è il counseling breve strategico abc che si differenzia dalle pratiche psicologiche tradizionali come per esempio la psicoterapia, per la durata, l’applicazione e la metodologia. Il counseling interviene sulla salute emotiva della persona e la mette in grado di guardare al proprio futuro da una prospettiva diversa.

Mi sono resa conto che tutte le tecniche terapeutiche alle quali ricorro abitualmente traggono vantaggio, ciascuna secondo un proprio modo, da alcuni meccanismi di autoguarigione insiti nella neuroplasticità del cervello. Si tratta di metodi che sono stati sottoposti a indagini scientifiche rigorose che ne hanno mostrato la validità ed efficacia, e che hanno trovato pubblicazione in numerose e prestigiose riviste scientifiche internazionali, eppure risultano ancora di non facile integrazione nella medicina convenzionale.

In tutti i casi, il cambiamento riguarda il rispetto di sé, l’amore, la stima di sé, una vita affettiva e spirituale gratificante, l’apertura e la comprensione verso se stessi e gli altri, la disponibilità a cambiare le abitudini e gli atteggiamenti mentali negativi. Eccone dunque i principi, quelle convinzioni frutto della ricerca e della pratica sul campo di cui potete fidarvi, come di quelle allo stato attuale maggiormente allineate con le scoperte della ricerca di base e clinica, e più efficaci nel guidare i processi di cura e guarigione. Il concetto, dunque, è che se in noi vi è per qualsiasi ragione un blocco allo stare bene, nessun trattamento potrà farlo accadere. In termini molto espliciti, se una persona non vuole guarire, non guarirà. Lo so perchè l’ho vissuto e ringrazio coloro che, attraverso la loro storia, mi hanno permesso di essere messa di fronte a questo: così tenacemente e profondamente dedicata a chi mi si rivolgeva, mi sono posta gli interrogativi che hanno mosso questa ricerca e condotto ai risultati che oggi conosco e che approfondiremo.

Per ora, ciò che voglio sia chiaro a voi lettori, che lo faccia per prendersi cura della propria salute o solo per curiosità, è che il primo cancello da aprire è quello delle credenze e delle convinzioni.

Il primo cancello da aprire è quello delle credenze e delle convinzioni

Sia che ne siamo consapevoli sia che non lo siamo, noi creiamo le nostre vite sulla base dei nostri pensieri e sentimenti. E spesso non sembra esserci una via d’uscita, perché più attraversiamo esperienze che giudichiamo negative e che sembrano ripetersi puntualmente, più i nostri pensieri si consolidano e ci convincono che dovrà andare sempre allo stesso modo perché «va sempre a finire così».

Quasi sempre siamo inconsapevoli dell’enorme potere dei nostri pensieri e soprattutto di ciò che in qualche modo riteniamo vero a livello inconscio, e che spesso è in conflitto con ciò che crediamo a livello conscio. Chi vorrebbe consapevolmente soffrire, avere relazioni sentimentali insoddisfacenti, essere povero o ammalarsi? Come ho già detto e come ormai abbiamo capito da molto tempo, le credenze sono il frutto di generalizzazioni che nel corso dell’esperienza il nostro cervello ha operato per comprendere la realtà e crearsene una mappa. Ma, come recita un famoso motto, la mappa non è il territorio. Le credenze, dunque, siano esse positive o negative, sono sempre una interpretazione soggettiva della realtà. Le credenze informano ogni ambito della nostra vita, esse possono creare o distruggere la nostra realtà.

Il nostro sistema globale di credenze è in verità complesso e articolato, concerne l’intera nostra visione di noi, della vita, della morte ed è direttamente collegato al nostro sistema nervoso, attraverso il sistema delle reti neurali di cui parlerò più avanti.

Le credenze sono sempre un’ interpretazione soggettiva della realtà, possono creare o distruggere la nostra realtà

Il nostro sistema di credenze ha la capacità di farci ammalare o guarire. È provato che il sistema delle credenze può influenzare il nostro sistema immunitario e tutto il versante fisico. Mi rendo conto che oggi siamo sottoposti ad una quantità di informazioni che non sempre sono affidabili e per questa ragione è mia abitudine attenermi sempre e soltanto a conoscenze scientificamente validate, che ho ricercato e studiato in questi anni, proprio per la mia stessa personale esigenza di rigore intellettuale. Là dove non vi saranno evidenze scientifiche sufficienti, riporterò soltanto quelle conoscenze e quelle tecniche che hanno ricevuto la validazione sul campo, ovvero sono risultate efficaci nella pratica, anche nella mia personale. La buona notizia riguardo alle credenze è che esse possono essere modificate, nello stesso modo in cui il nostro cervello – come recita il famoso libro di Norman Doidge, The brain that changes itself – può cambiare se stesso grazie ai segreti, oggi sempre meglio svelati a livello neurofisiologico, della neuroplasticità.

 

Come terapeuta, ho appreso il principio dell’economia della natura e il pragmatismo, dunque lascio alla filosofia il compito di discutere se una credenza sia giusta o meno; personalmente preferisco capire se essa è positiva per il benessere della persona e, in tal caso, per me va bene.

 

Questo esercizio può essere svolto da soli o fatto svolgere dal terapeuta al proprio paziente, qualora il grado di consapevolezza della persona non sia ancora sufficientemente evoluto. È fondamentale, all’inizio di un trattamento, che il sistema di credenze e convinzioni relativo venga riconosciuto, testato e, se necessario, modificato qualora sussistano convinzioni contrarie alla cura e alla guarigione. Prendete un foglio e scrivete tutto ciò che pensate circa la salute, la malattia, la guarigione. Quando avrete terminato, rileggete l’elenco e chiedetevi per ognuna di queste affermazioni se ne siete certi o se deriva da una generalizzazione, da una ripetizione di esperienze o da una vostra visione delle cose che sapete di avere ma non necessariamente sapete da dove proviene.

In tutti e tre i casi si tratta di credenze e convinzioni. Sapete ormai che una credenza non è altro che un’idea supportata da alcune referenze (per esempio, delle esperienze passate) che la rendono stabile e certa. Immaginate di avere un tavolo il cui piano rappresenta le credenze e le gambe le referenze. La forza di una credenza dipenderà dunque dall’intensità emozionale che percepiamo riguardo a queste referenze e il numero di referenze che abbiamo. Una volta individuate le vostre credenze o convinzioni, qualora esse fossero negative, le riconoscerete perché rientreranno in questi tre grandi sottoinsiemi:

Sentirsi senza speranza: è la convinzione che l’obiettivo desiderato non possa essere raggiungibile nonostante le proprie capacità. È caratterizzata dall’idea che «non ha importanza quello che faccio, non farà la differenza. Non è possibile ottenere quello che voglio. È fuori dal mio controllo. Io sono una vittima».

Sentirsi impotenti: è la convinzione che l’obiettivo desiderato possa essere raggiungibile, ma che non si sia capaci di raggiungerlo.

Non sentirsi degni: è la convinzione di non meritare di raggiungere l’obiettivo desiderato perché si è fatto, o non si è fatto, qualcosa.

Se avete individuato credenze negative, cercate di precisare in quale di questi tre ambiti rientrano. Bene. Ora siete pronti per cambiarle!

Quali sono le cose più difficili per un essere umano?

Le due cose più difficili per un essere umano, prendere una decisione e restare nel presente, decidere e mettere in pratica la propria decisione da subito. Entrambe attengono al potere che un individuo può dare a se stesso, o meglio al potere che può ricordare di avere. Strano che si parli di potere parlando di guarigione? Non è forse la malattia ciò che più di tutto mette l’essere umano di fronte alla sua impotenza? Non è forse la salute quel bene sul quale si dice che non si ha controllo?

Cosa ha che fare il potere con la salute? Ebbene, ho compreso nel tempo che potere e salute sono una cosa sola. Vi sentite imbarazzati all’idea di avere potere? Di solito le persone in fondo in fondo, ovvero nel sistema delle loro credenze più pervicaci che chiamiamo appunto convinzioni, non hanno una buona idea del potere. Il potere è affare per persone avide, egoiste, ambiziose. Persone che vogliono affermarsi e dominare. In realtà l’intera esistenza è legata a quanto potere date a voi stessi. Potere di meritare ciò che desiderate, potere di farvi rispettare, potere di dire di no, ma anche potere di scegliere come alimentarsi, potere di scegliere come curarvi. Come scrive Caroline Myss nel prezioso libro “Anatomia dello spirito”, il potere è un concetto di fondamentale importanza per quanto riguarda la guarigione e la salute. Gli atteggiamenti che generano un senso di impotenza non solo determinano una scarsa autostima, ma tolgono anche energia al corpo, compromettendo la salute complessiva». Questo è ciò che facciamo con il Counseling, ovvero restituire il potere alle persone mettendole in grado di affidarsi alle proprie risorse.

 

Essere nelle condizioni di prendere una decisione e saperlo fare, avere interiorizzato la capacità di generare energia interiore e risorse emotive, essere confidenti nella propria autosufficienza e in grado di automotivarsi, comprendere profondamente che la cura di sé è una priorità e che i propri sistemi energetici sono collegati alla consapevolezza e all’equilibrio emotivo, questo è il genere di potere a cui mi riferisco.

     

 

E voi avete delle credenze? Se vi è piaciuto questo articolo lasciate un commento.

 

 

 

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