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La paura nel bambino e le tensioni muscolari croniche

 

 

 

Tutti siamo spaventati, alcuni non sono consapevoli della propria paura, altri la negano e solo pochi sono in contatto con la profondità di questo sentimento. Vi ho già parlato in altri articoli su questo blog ( La rabbia come difesa – Tristezza, il sentimento più temuto ), di quanto spesso abbiamo paura delle nostre emozioni legate all’amore, alla rabbia e alla tristezza e come temiamo ancora di più la stessa paura, soprattutto quando è terrore che paralizza. Quando la paura è meno grande insorgono panico, ansia e reazioni isteriche; nei bambini spaventati dai loro genitori, violenti o aggressivi, la reazione è quella di terrore e paralisi per colpa della paura.

 

In natura quando un animale è terrorizzato da un predatore e riesce a fuggire, la paura cessa rapidamente e l’animale torna alla normalità. Per un bambino spaventato dai genitori non c’è invece via d’ uscita e deve quindi sopperire a quella paura in qualche modo. Come? Deve negare e reprimere la paura, quindi irrigidisce i muscoli delle mascelle in un’espressione determinata come a voler dire “non voglio aver paura”. Allo stesso tempo si dissocia dal proprio corpo e dalla realtà, negando l’ostilità dei propri genitori. Si tratta di misure di sopravvivenza e se permettono al bambino di crescere e di liberarsi da un attacco genitoriale, diventano uno stile di vita strutturandosi nel corpo e facendo sì che, purtroppo, quel bambino continui a vivere in uno stato di paura, avendone o meno consapevolezza.

 

La paura causa tensioni muscolari croniche 

 

 

Non è difficile vedere i segni della paura, perchè ogni muscolo cronicamente teso è in uno stato di paura, e si nota soprattutto nella rigidità della mascella, nelle spalle sollevate, negli occhi spalancati e nella rigidità diffusa. Il risultato è una totale mancanza di vitalità del corpo, il colorito pallido, flaccidità muscolare e inespressività dello sguardo.

 

Dobbiamo prendere coscienza della paura che proviamo

[ Paola Dondoli ]

 

 

Questa situazione di rigidità legata alla paura può comunque essere risolta e per farlo occorre liberare il corpo prendendo coscienza della paura che è la causa del disagio.

L’esercizio corporeo bioenergetico è mirato proprio a fornire i mezzi per scaricare la tensione. La rabbia invece, come ho già spiegato nell’articolo ad essa dedicato, è l’antidoto della paura ma bisogna saperla sfruttare e gestire affinchè sia positiva. Il problema più grosso è imparare a lasciarsi andare senza aver paura di impazzire.

Tornando al rapporto genitore-figlio, è fondamentale che l’adulto impari a gestire i suoi conflitti emotivi per evitare che il bambino subisca un crollo mentale, essendo incapace di difendersi e reagire, se non irrigidendo il corpo e immagazzinando ferite emotive profonde. Un bambino maltrattato per autodifesa diventa insensibile e tende a dissociarsi dal copro che soffre. I bambini si ritirano fisicamente nella propria stanza psicologica e nella loro immaginazione scindendo la loro persona.

La scissione può essere solo un’ incrinatura ma anche una rottura completa, a seconda della gravità della tensione; il problema grosso è che il bambino non sempre è in grado di rimanere integro e non frammentarsi. Un piccolo tra i 3 e i 5 anni può anche aver già sviluppato una forza sufficiente a resistere, ma tale resistenza causerà rigidità corporea, che può sfociare alla lunga anche in ipertensione, insonnia e crollo nervoso.

 

paura 2 paola dondoli

La Bioenergetica lavora proprio per approfondire la respirazione, riuscire a far vibrare il corpo, a farlo piangere per farlo sentire più vivo. Lasciarsi andare, respirare, piangere, dare calci e gridare sono elementi integranti del lavoro terapeutico. Per riappropriarsi della propria voce si deve mettere a tacere quella della madre o del padre, che continua a risuonare dentro la testa con imposizioni e aggressioni remote. E’ così che a poco a poco la paura si perde. Se così non fosse, qualsiasi forma di iperstimolazione in un bambino (ad esempio una continua disapprovazione di tutto ciò che fa), potrebbe causare una malattia mentale se prolungata eccessivamente nel tempo, perchè il bambino non ha mezzi per reagire alle sollecitazioni, che quindi si trasformano in un fattore irritante per il suo corpo.

I discorsi razionali in certi casi non credo possano aiutare a sconfiggere la paura, visto che tale paura è radicata nelle tensioni muscolari croniche, in modo particolare nei muscoli che collegano la testa al collo e che controllano i movimenti della testa; uno scioglimento significativo che influenzi anche il comportamento lo possiamo ottenere quando la persona affronta la propria paura, la guarda in faccia e scopre che essa non ha più alcun rapporto con la sua vita attuale.

 

 

 

 

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