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SE SEI BRUTTO …VAI IN BIANCO

C. “Paola, sono dimagrito, vado in palestra, ho cambiato atteggiamento, mi sento più sicuro di me stesso, eppure c’é ancora qualcosa che non va in me”

Io “Cosa non va in te?”

C. “Da un punto di vista estetico non corrispondo a quei parametri che oggi piacciono alle ragazze”

  • spalle larghe e vita stretta;
  • bicipiti ben visibili e gonfi;
  • pettorali allenati;
  • pancia piatta;
  • polpacci scolpiti;
  • glutei tondi e sodi.

Dopo i canoni estetici femminili, che non sono certo stati messi in secondo piano, sono stati sdoganati anche i canoni maschili! Questo sarebbe anche positivo se visto come l’archiviazione dell’arcaico e obsoleto concetto secondo il quale i ragazzi e gli uomini non dovrebbero preoccuparsi troppo del proprio aspetto fisico mentre per le donne é da sempre un “doveroso” compito!

La bellezza ha da sempre arricchito la nostra vita! Io stessa sono una cultrice del bello – l’arte, la moda, la musica, i luoghi che ti lasciano senza fiato, gli spettacoli della natura, l’armonia di un corpo umano e tanto altro – sono un piacere per la vista e per l’anima.

Quello su cui dovremmo riflettere é il fenomeno ossessivo nella società contemporanea del culto del corpo SOLO DA UN PUNTO DI VISTA ESTETICO!

La bellezza di un corpo viene infatti valutata solo per i suoi centimetri e la tonicità del suo involucro mentre si perdono di vista i movimenti, i gesti, la voce, lo sguardo, il modo di esprimersi, l’ironia, la creatività, in una parola, il fascino di ogni essere umano.

Personaggi dello sport e dello spettacolo sono idolatrati, da pubblico e critica, per le loro capacità atletiche e professionali o per il loro aspetto fisico. Si assiste a una continua esibizione di corpi perfetti sui media per veicolare messaggi pubblicitari.

Le persone comuni – spesso psicologicamente spiazzate per non essere dotate delle stesse caratteristiche genetiche – dedicano gran parte del tempo alla “manutenzione” e all’esibizione del proprio corpo nel tentativo di emulazione. Attività sportive non agonistiche finalizzate all’abbellimento dei corpi, regimi dietetici personalizzati, interventi di chirurgia plastica per finalità estetiche, piercing e tatuaggi, accurata scelta dell’abbigliamento volta ad evidenziare peculiari caratteristiche anatomiche dei corpi, medicina e chirurgia preventiva, sistematica riproduzione fotografica dei propri corpi, perfezionamento delle immagini dei corpi tramite filtri e photoshop, copiosa diffusione in rete delle rappresentazioni iconografiche. Queste sono solo alcune delle attività che caratterizzano la vita quotidiana della gente comune.

Visto questo grande interesse per l’immagine esteriore, dovremmo anche ricordare che il corpo riflette il nostro stato interiore e mentale. Il corpo implacabilmente mette in bella mostra tutti i conflitti interni, le sofferenze, i dolori, le emozioni negative e i pensieri più profondi che portiamo dentro di noi. Occuparsi solo della parte esteriore significa non considerare il nostro Sé, la nostra identità, la nostra personalità, che spesso viene omologata dai canoni estetici. Significa curare il sintomo e non la causa.

La cultura che si sta diffondendo per il culto del corpo  rappresenta un condizionamento non solo per le relazioni ma anche nel lavoro: chi é bello ha maggiore successo!

 

Qui si innesta la ricerca del potenziamento umano, ovvero di un rimedio duraturo per il superamento degli stessi limiti biologici, di questa fragilità umana che non fa altro che aumentare l’ansia degli individui facendoli precipitare in un circolo vizioso, con la negazione dei valori autentici e della propria e unica identità.

Sentirsi belli é molto più importante che esserlo

 

e anche se non sei alto 1,80 e non hai la tartaruga addominale, pensare di essere bello con alta autostima e sicurezza, ti farà volare diversi centimetri da terra, mantenendoti ben radicato alla tua realtà.

 

 

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